Diritto di voto

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Non è la prima volta che a Catania l’elettorato riconferma il proprio sindaco a Palazzo degli Elefanti, e non è la prima volta che un’opposizione perde l’occasione di farsi nuova maggioranza. È la democrazia e, in democrazia, sono gli elettori ad avere l’ ultima parola. Eppure non tutti in città sono convinti che il 15 e 16 maggio scorsi certe vittorie e certe sconfitte siano state decretate in maniera trasparente.

Troppo caos, troppe voci inquietanti, troppi sospetti hanno montato su una serie di dubbi. Dubbi che parlano di elezioni amministrative pilotate, “pettinate” a favore della Casa delle Libertà di Umberto Scapagnini. Dubbi. Dubbi che sarà adesso il Tar di Catania a sciogliere sulla base di un ricorso dei Comunisti Italiani a cura dell’avvocato Silvio Crapolicchio. La prima udienza si sarebbe dovuta celebrare a febbraio 2006, ma verrà tutto anticipato a ottobre.

Crapolicchio chiederà al Tar di annullare i verbali stilati dall’Ufficio centrale elettorale e quelli di ogni singola sezione in cui sono state considerate bianche o nulle le schede in cui invece erano stati espressi validamente i voti per il Partito dei Comunisti Italiani. Si ha notizia, infatti, di schede annullate alla sinistra catanese solo perché la croce non era ben visibile o perché la preferenza riportava lievi errori di ortografia.

Il risultato (e questo è certo) è che in queste elezioni si sono avute ben 15.408 schede nulle: troppe! Di cui molte, guarda caso, a sfavore della coalizione che appoggiava Enzo Bianco. Presentare, dunque, un ricorso al Tar, diventa un atto dovuto non solo per rivendicare il diritto a elezioni corrette, ma anche per vendicare tutti quei cittadini che si sono visti scippare dei loro diritti costituzionali. C’è infatti l’articolo 48 della Costituzione, quello che tutela il diritto di voto: diritto di cui, di fatto, non hanno beneficiato molti cittadini catanesi in fase di spoglio. E se si aggiunge che, in alcune sezioni, i votanti risultano essere più degli aventi diritto, si può dedurre che qualcuno arbitrariamente ha dato diritto di voto pure ai fantasmi! Ma, del resto, non risulta neppure chiaro se chi operava nei vari seggi ne avesse realmente diritto, se, cioè, i componenti dei seggi non fossero contemporaneamente candidati o imparentati eccessivamente con alcuni candidati al Consiglio Comunale.

Non resta che attendere il parere dei giudici del Tar.

per Spartacus. Periodico politico del Pdci di Catania n. 0, settembre 2005.